Per piano di sanificazione si intende l’attuazione simultanea o, meglio, i 2 momenti distinti della pulizia e della disinfezione di qualunque superficie divisi in 4 fasi principali.
Partiamo affermando che il classico processo di sanificazione e’ costituito da 4 fasi distinte:
Pulizia (detersione) – risciacquo – disinfezione – risciacquo finale.
Per controllare se una superficie è stata sanificata correttamente, è possibile considerare i seguenti fattori:
- non c’e’ presenza visiva di sporco;
- non si sentono tracce di unto al tatto;
- non emana odori sgradevoli;
- l’acqua versata sulla superficie in questione cola in maniera uniforme, (infatti se dovessero formarsi goccioline sparse qua e là, è il segnale che la superficie non è stata sgrassata in maniera ottimale);
- un fazzoletto di carta passato sulla superficie lavata non deve risultare annerito o alterato nel suo colore originale;
- non c’e’ presenza di germi patogeni e c’è una ridottissima presenza di germi di altro tipo.
Andiamo ora ad analizzare le 4 fasi che compongono il piano di sanificazione.
Pulizia o detersione: dato che lo sporco si può suddividere in 2 grandi categorie, ossia sporco di tipo organico (rappresentato da residui di carne, grassi pesce, residui amidacei, zuccheri, latte e da colonie di lieviti, batteri e muffe) e sporco di tipo inorganico (rappresentato prevalentemente da residui di calcare e dalla pietra di latte), la scelta del detergente deve essere funzionale al tipo di sporco che si incontra.
A questo punto è importante scegliere un detergente con le seguenti caratteristiche, sia esso alcalino, neutro, o acido: grande effetto detergente; elevato potere bagnante, penetrante ed inibente; potere emulsionante e disperdente; capacità di operare con acque di diversa durezza; facilità di risciacquo. Si può così provvedere ad un’ accurata detersione della superficie.
Dopo il primo risciacquo, passiamo alla seconda fase della sanificazione, la disinfezione: la parola “disinfettare” vuol dire ridurre la quantità dei microrganismi presenti eliminando completamente i germi patogeni. Mentre le normali operazioni di pulizia servono ad eliminare lo sporco visibile dalle superfici (che potrebbe fungere da substrato di crescita per diversi microrganismi), non garantiscono una rimozione efficiente di ciò che è “invisibile” come batteri, funghi, spore o virus.
Inoltre, le comuni metodologie di pulizia implicano quasi sempre un contatto fisico diretto tra gli strumenti utilizzati (panni, spazzole, accessori) e le superfici da trattare, comportando così il deposito o lo spostamento di cariche microbiche da una zona all’altra dell’area su cui vengono utilizzate.
La disinfezione è un’operazione che consente di abbattere le cariche batteriche e di inattivare i virus per eliminare, quindi, i rischi di contagio da infezioni microbiche. E’ un’azione diversa dall’igienizzazione che consiste nella sola rimozione dello sporco senza garantire un’efficacia di riduzione dei microorganismi patogeni. Ovviamente, a seconda del materiale di cui è composta la superficie da trattare ci sono vari prodotti specifici che contengono agenti chimici per una disinfezione ottimale.E’ necessario sanificare le superfici in tutti quegli ambienti che sono considerati a rischio per la presenza di fluidi biologici potenzialmente contaminanti (ospedali, studi dentistici, veterinari) o per l’elevato passaggio di persone (scuole, hotel, ristoranti, palestre) o destinati alla preparazione di prodotti alimentari (industrie alimentari).
I fattori che possono influenzare il risultato finale dell’operazione sono:
la detersione superficiale, la completezza dell’azione di risciacquo; la concentrazione del disinfettante; il tempo di contatto.